Mentre in Italia il sentiment nei confronti delle medicine cosiddette “alternative” continua a essere da parte di alcuni di diffidenza quando non di ostilità, sul fronte internazionale arrivano invece notizie che vanno in tutt’altra direzione. Tra i Paesi che più di altri stanno ponendo l’accento sull’efficacia delle terapie omeopatiche con politiche ad hoc o attraverso la divulgazione di ricerche e studi scientifici e dei loro risultati, citiamo i casi di Francia, Germania, India eBrasile.
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In Francia, i risultati di uno studio denominato EPI3 durato 7 anni sul monitoraggio del decorso di migliaia di pazienti per stabilire se ci fossero differenze significative tra chi si curava per le malattie più comuni rivolgendosi a medici allopatici (o “convenzionali”) o a medici specializzati in omeopatia, hanno dimostrato che la percentuale di guarigione sia la stessa, ma usando l’omeopatia ci sono meno effetti collaterali.
In India invece nel 2012 è stata istituita una commissione governativa di alto livello presso il Central Council for Researchin Homeopathy (CCRH) col compito di “occuparsi dei problemi relativi alla falsa propaganda contro l’omeopatia” e “di altri problemi correlati”. Concretamente la commissione monitora la situazione dell’informazione intorno a quel tema e invia lettere mirate e corredate da documentazione e argomentazioni scientifiche agli autori di articoli in cui l’omeopatia viene bollata come non efficace. La Commissione opera anche attraverso la richiesta di repliche nei confronti di quelle riviste su cui vengono pubblicati articoli sull’omeopatia “per partito preso”.
I dati trasmessi dal Governo Indiano indicano che dal 2014 a oggi la spesa effettiva a favore dell’omeopatia continua a salire vertiginosamente, passando da 820 milioni a 1,67 miliardi di rupie. Il trend vale anche per i fondi destinati alla ricerca. Infatti il CCRH ha condotto 141 nuovi studi scientifici e ha pubblicato 38 articoli di ricerca tra il 2012 e il 2016; venticinque di questi studi riguardavano il ricorso all’omeopatia per malattie trasmissibili e non trasmissibili.
In Brasile, inoltre, la Camera Tecnica per l’Omeopatia e il Consiglio Medico Regionale dello Stato di São Paulo (CREMESP, Brasile) hanno preparato un Dossier Speciale, “Evidenza scientifica in omeopatia“ che ha avuto il sostegno dell’Associazione medica omeopatica brasiliana (AMHB) e dell’Associazione medica omeopatica di São Paulo (APH) attraverso la divulgazione nella rivista scientifica “Revista de Homeopatia”: il dossier ha confermato che l’efficacia e la sicurezza del trattamento omeopatico sono dimostrate da studi clinici randomizzati e controllati con placebo, revisioni sistematiche e metanalisi.
In Germania infine un gruppo di lavoro di 11 scienziati, che hanno agito a titolo individuale, ha redatto la dichiarazione “Prodotti e pratiche omeopatiche: valutare le prove e garantire la coerenza nella regolamentazione dei rimborsi sanitari all’interno dell’UE”, pubblicata dal Comitato di Consulenza delle Accademie Scientifiche Europee (“EASAC”), allo scopo di “discutere sull’atteggiamento critico delle affermazioni che mondo scientifico e sanità hanno fatto contro i prodotti omeopatici”. In sostanza la dichiarazione degli 11 scienziati intende riprendere e amplificare tutti gli aspetti che sono già stati debitamente presi in considerazione nell’attuale legislazione dell’UE: non vi è necessità di alcuna azione legislativa ulteriore sulle Medicine Complementari, e deve essere invece mantenuto l’accesso dei pazienti a medicinali complementari sicuri e di alta qualità, di loro scelta.
“Nelle ultime settimane abbiamo assistito a importanti passi avanti sul tema dell’efficacia dell’omeopatia”, ha dichiarato Marco Del Prete, Presidente AMIOT, Associazione Medica Italiana di Omotossicologia. “Le conclusioni scientifiche della ricerca francese, ad esempio, fanno chiarezza su molti dubbi e informazioni equivoche in tema di medicina omeopatica: stessa patologia, ma cure differenti, omeopatiche e allopatiche, danno come risultato stessa efficacia del trattamento; difficile derubricare come al solito tutto a ‘un caso o all’effetto placebo. Inoltre, chi è andato dagli omeopati ha dimezzato gli antibiotici e gli antinfiammatori ingeriti, e ha ridotto a un terzo gli analgesici e le benzodiazepine (psicofarmaci della famiglia del Valium).
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Siamo molto contenti che si possa parlare di omeopatia e informare i cittadini sulle conclusioni scaturite da ricerche scientifiche come questa, che dimostra ad esempio gli straordinari risultati dell’omeopatia sulle allergie, sulle patologie croniche, e su tutte le malattie che per essere combattute richiedono un rafforzamento del sistema immunitario. E anche le novità provenienti da Brasile, India e Germania – conclude Del Prete – sono assai incoraggianti: la diffidenza verso questo paradigma di cura centrato sulla Persona è sempre più debole, in quanto, di per se, anti-scientifica”.