Romaniello complice e vittima delle contraddizioni rossoblù

[author title=”di Salvatore Orlando” image=”https://www.casertatoday.net/news/wp-content/uploads/2016/02/1-e1454523638225.jpg”][/author]

‘Chi mangia a Natale e digiuna a Pasqua fa buon Natale e cattiva Pasqua’. Il vecchio proverbio che mia madre mi recita spesso per farmi capire come affrontare gli alti e bassi della vita, calza a pennello per Nicola Romaniello, l’allenatore della Casertana che stamani  ha ricevuto il benservito dalla società rossoblù. Una notizia che ha scosso (?) tutto l’ambiente ma il punto di domanda è d’obbligo in quanto da troppo tempo ormai l’allenatore stava sulla graticola e in tante occasioni i vertici avevano ipotizzato un suo esonero, mai perfezionato per motivazioni contingenti.

Dubbi, rinvii, perplessità derivanti non da meriti o demerito del tecnico in questione, bensì dalle poche alternative che l’operazione richiedeva. Ed in subordine anche dal fatto che poco avrebbe potuto addebitargli la dirigenza, dal momento che in corso d’opera non si può caricare di responsabilità un professionista quando alla base dell’accordo c’erano presupposti che sono stati portati a termine con estrema professionalità ed innegabile capacità.

Queste parole potrebbe indurre a pensare che stiamo prendendo a spada tratta solo le difese dell’esautorato e addossando tutte le responsabilità alla società: non è questo il nocciolo della questione. La ragione e il torto – diceva il Manzoni – in una diatriba non stanno tutti da un solo lato ed anche in questo caso le responsabilità vanno equamente divise. Ma volendo fare un’analisi approfondita dei fatti ci accorgiamo che se traumatico potrebbe sembrare il distacco tra le parti tutte esse sono state coartefici della presente situazione.

Volendo restare all’ultimo quadriennio, da quando cioè Giovanni Lombardi è assurto alla massima carica dirigenziale (11 ottobre 2012) la Casertana ha sempre chiuso la stagione  con un allenatore diverso da quello col quale aveva iniziato. Nel 2012-13 ci fu il doppio balletto Di Nola-Maiuri, andata e ritorno; nella stagione successiva la staffetta se la scambiarono Capuano e Ugolotti; l’anno scorso fu la volta di Gregucci e Campilongo, facile prevedere – come dicevamo a Zavettieri nell’occasioni in cui fu presentato alla stampa – che chi avesse cominciato il campionato, difficilmente avrebbe avuto la possibilità di portarlo a termine. Si badi bene, non tutte le gestioni interrotte erano state fallimentari. Come pure non è stato affatto fallimentare il cammino di Romaniello nel torneo in corsa. Allora c’è qualcosa che non va dal punto di vista gestionale; probabilmente l’allenatore che pure a volte è finito nel mirino dei tifosi per la sua inesperienza, ha saputo rivoltare la coperta a suo favore coi risultati che ne hanno caratterizzato il cammino, almeno finché ha potuto lavorare in piena serenità. Il rapporto è andato via via deteriorandosi per due concause molto precise: la voglia di strafare di Lombardi, indubbiamente tifoso oltre misura di questa Casertana, al punto tale da mettere mano – indubbiamente in piena buona fede – ad un giocattolo che funzionava a meraviglia e che il patron voleva ulteriormente migliorare e il carattere mite e pacato di Romaniello che non ha avuto la forza giusta per opporsi ad una rivoluzione che non riteneva utile alla causa. Ed è perciò che diciamo che l’allenatore appena esonerato è anche complice – oltre che vittima – di questo tracollo così perentorio. Se era convinto – e non abbiamo difficoltà a crederlo – che la squadra campione d’inverno avesse bisogno solo di 2/3 innesti per proseguire speditamente il suo cammino, avrebbe dovuto opposri all’inserimento in rosa di tanti calciatori che avrebbero rotto qualche equilbrio interno e si sono dimostrati delle autentiche ‘sole’ rifilate al buon Lombardi (o chi per esso).

Altresì Romaniello è vittima poiché, con toni sommessi, ha rivelato che dopo Cosenza veramente ci sono state le famigerate dimissioni, sbugiardando una società che le ha sempre negate e probabilmente qualcuno se l’e legata al dito ed alla prima occasione gli ha tagliato la testa. Ma non è certo la mancata vittoria di Martina Franca a poter decretare la decapitazione del tecnico. Perché, comunque e quantunque, finché la Casertana non è stata decimata dalle sanzioni arbitrali, il gol di vantaggio sugli avversari lo stava portando a casa. Come ha portato a casa tanti punti e tanti successi sui quali dal massimo dirigente fino all’ultimo dei tifosi nessuno era disposto a scommettere un centesimo. La fiducia riposta su di lui – ancorché messa in discussione da chiacchierate coi vari tecnici impossibili da raggiungere – fino a venerdì scorso è desolatamente crollata per una delusione non certamente addebitabile all’allenatore. Verrà qualcuno che possa compiere il miracolo? Si proseguirà con lo staff attuale fino alla fine, dal momento che la frittata è ormai sul fuoco? Non è dato sapere, come non sono note tante altre vicende della Casertana dei giorni nostri.